Piccole lesbiche crescono

di Anita Sonego


 


L’educazione sentimentale di C.B. ha in copertina una bionda adolescente. Come sempre Margherita Giacobino è ironica e trasgressiva: paragonarsi a Flaubert non è male!
Confesso che sono di parte, che arrivata ad un terzo del romanzo no ho resistito: ho cercato il telefonino di Margherita (avevo solo il numero di casa, ma volevo trovarla immediatamente) per ringraziarla e manifestare il mio entusiasmo.
Finalmente una scrittrice ha trovato parole e immagini per dare vita alla mia infanzia e adolescenza!
Il primo moto, per una lesbica, è quindi l’identificazione ma, immediatamente senti una voce strana :è la voce narrante; né in prima né in terza persona. E’una voce che parla alla protagonista narrandole la sua (della protagonista) storia. E’la memoria? E’il tempo? E’ certamente uno stratagemma letterario che permette all’autrice di vedere, far rinascere se stessa attraverso le sue parole e questo produce una limpidezza, messa a fuoco così intensa dei personaggi, ambienti, oggetti, odori, sentimenti che la terza persona avrebbe reso meno partecipi e la prima troppo con/fusi. A me ha ricordato lo stratagemma usato da Bergman ne”Il posto delle fragole” per rappresentare i ricordi…
Si narra semplicemente dell’”educazione sentimentale”di una lesbica nell’arco temporale di quella che si chiama adolescenza fino alla “maturità”. Con un andamento circolare il romanzo inizia con le relazioni “fondanti” - una zia burbera e schietta- e termina con il funerale della stessa zia,con il congedo dal suo corpo senza vita, nudo, esposto nella sua inermità prima di venir vestito per la sepoltura.
 La protagonista vive in una società che cambia sperimentando le differenze di classe e di cultura, quelle tra le regole del”dover essere” e la vita reale, quelle  tra l’appartenere a un sesso e l’appartenere ad un genere. L’adolescente si scontra con l’essere e l’apparire, cerca di capire e si costruisce nel rispetto di se stessa e la propria integrità in questo sostenuta silenziosamente da una madre che ha esperienza della vita e del mondo e che non la “costringe”.
Così può innamorarsi perdutamente della “ragazza bionda della sezione A” avvertendo il terremoto che quest’esperienza produce dentro di sé senza sentirsi minimamente in colpa.”Per giorni e settimane la violenza degli eventi sarà così soverchiante che tutte le tue forze saranno appena appena sufficienti per cercare, con incerti risultati di padroneggiare lo stupore e continuare a vivere come se niente fosse. Improvvisamente si è creata una distanza tra te e tutte le tue azioni, svegliarti studiare mangiare addormentarti rispondere alle domande,è uno spazio aperto in cui avanzi controvento ,sfidando gli elementi. I tuoi gesti si spezzano mentre cammini per strada, siedi al banco, ti lavi i denti..” Si rende conto della sua “diversità” solo perché le compagne le parlano di amori e sesso in maniera squallida.
Lo stuolo di “cultrici” della produzione letteraria di Giacobino non si aspettino la scoppiettante ironia di “Un’americana a Parigi” né l’erudizione dei saggi o delle traduzioni di opere fondamentali per la cultura queer. La scrittura vigilata e piena di immagini che creano e danno corpo ad eventi e stati d’animo ha inserti di straordinario umorismo come quando così descrive l’ora di ginnastica: ”Almeno due volte la settimana ti tocca percorrere lunghi tratti di palestra saltellando come una ninfa tramortita costretta a galoppare a casaccio per le foreste tracie intanto che agiti le braccia armate di protesi lignee al ritmo dei colpi che la prof, con occhi spiritati di baccante e una sigaretta penzoloni all’angolo della bocca, assesta su un tamburello
La protagonista attraversa, ovviamente, il femminismo, esperienze di sesso e amore (non sempre esaltanti) con la determinata volontà di conoscersi, conoscere, essere fedele a se stessa.
“Il libro che ci voleva!” ho pensato chiudendolo.
In quest’anno disperante per la virulenza dell’omofobia ecclesiastica e politica, in una società che, in preda alla paura provocata da guerre e mancanza di orizzonti, tenta di trovare sicurezza nei “sani vecchi valori”: ruoli sessuali e sociali, famiglia, religione,civiltà occidentale, “padroni a casa propria”, Margherita Giacobino butta un sasso nella palude in cui siamo immersi. E’ un lavoro di verità, dignità, intelligenza, amore per la vita. Portate questo libro in vacanza, leggetelo e prestatelo ai vicini di ombrellone, tenda, rifugio: farà bene a tutti. Farà bene conoscere e comprendere che le vite sono singolari, che l’etica non è altro che il rispetto per se stessi e per tutti. Perchè la vita di ognuno è preziosa, ricca, faticosa e unica : proprio come la nostra.

Margherita Giacobino
L’educazione sentimentale di C.B
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La Tartaruga edizioni, Milano 2007